La Rosa di nessuno - Cultura Nazista?

Authors:

AA.VV.

Source:

euro 18, Volume 978-88-848, La tentazione degli intellettuali del Novecento. ()

Abstract:

a Rose de Personne - Culture Nazi? La tentation létal des intellectuels du XX Siècle. Le ralliement à la politique meurtrière du nazisme de la part de plusieurs penseurs incontournables comme Martin Heidegger ou Carl Schmitt reste aujourd’hui à penser. Les discours et les interrogations à l’égard de ce fait indéniable et " scandaleux " ne cessent pas de proliférer : pour cette raison, il faut à tout prix soustraire le traitement de ce sujet au journalisme policier et à la censure moralisatrice, qui ne s’attaquent aux égarements de la pensée radicale que pour jeter le marque du scandale sur la pensée elle-même.

Notes:

a Rose de Personne - Culture Nazi? La tentation létal des intellectuels du XX Siècle.L’adesione alla politica omicida del nazismo da parte di numerosi pensatori indispensabili come Martin Heidegger o Carl Schmitt resta a tutt’oggi materia di riflessione. I discorsi e gli interrogativi su questo fatto innegabile e ‘scandaloso’ non cessano di proliferare: perciò, è necessario sottrarre il trattamento di questo tema al giornalismo poliziesco ed alla censura moralizzatrice, che si occupano degli sviamenti del pensiero radicale solo per gettare il marchio dello scandalo sul pensiero stesso. Le poste in gioco reali di questo tema sono diverse: innanzitutto, il senso e il valore della radicalità nell’esercizio del pensiero; in secondo luogo, l’“essenza” dello Stato Nazional-socialista e della sua politica sterminatrice; infine, ciò che lega il nostro presente all’epoca degli stermini di massa. Tutto ciò può essere trattato a partire dallo studio delle tentazioni letali che unirono numerosi rappresentanti della cultura e del sapere al destino dell’incubo bio-politico nazional-socialista. Si tratta soltanto di trattare queste poste in gioco aldilà degli scandali prefabbricati, cercando di capire se la radicalità intellettuale nasconda una complicità necessaria con l’orrore e la catastrofe, e che posto riservare alla razionalità economica e scientifica nelle pratiche genocidarie del nazismo. In tal modo, si potrà (o almeno speriamo) fare un po’ di luce sul gioco tra radicalità e accecamento inerente ad ogni pensiero guidato dalla “passione del reale” – ciò che forse contribuirà a riconoscere i pericoli che abitano il nostro presente, non a causa di un eccesso di radicalismo, ma piuttosto a causa del dominio soffocante di una passione omicida per la normalizzazione.